Licenziamenti….

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Nulla di fatto sui licenziamenti. Governo e Sindacati non trovano l’accordo.

Nulla di fatto: il confronto dei sindacati con l’esecutivo, terminato in piena notte, non dà certezze sulla data in cui si potrà riprendere a licenziare. “Molto distanti le posizioni espresse dalle parti”, dicono in un comunicato congiunto CgilCisl e Uil, chiedendo che le ulteriori 18 settimane di cassa integrazione, già annunciate dal Governo, procedano parallelamente ad un’estensione generalizzata del blocco dei licenziamenti. Insomma, i sindacati vorrebbero una proroga sino al 21 marzo, mentre l’esecutivo resta sulla data del 31 dicembre, con una prima apertura forse per arrivare al 31 gennaio, data sulla quale (per il momento) è fissata la fine dello stato di emergenza. Il premier Giuseppe Conte intervenendo alla Camera si limita a ricordare lo stanziamento di 5 miliardi per il nuovo ciclo di cassa integrazione, senza toccare il nodo dei licenziamenti. Secondo alcune ricostruzioni, il ragionamento dell’esecutivo si muoverebbe su due linee: anzitutto, la speranza che l’impatto della seconda ondata non sia così devastante come la scorsa primavera, in secondo luogo, l’idea di una rete di sicurezza diversa dal blocco generalizzato di licenziare. Verrebbero varate misure per aiutare i lavoratori senza impiego a trovare un’occupazione nuova, magari nei settori che verranno sostenuti dal Recovery Fund, ipotesi, però, che ancora non convincono Cgil, Cisl e Uil. Alle 3 di notte, quindi, si chiude senza accordo il confronto con la ministra al Lavoro Nunzia Catalfo e il titolare dell’Economia Roberto Gualtieri. I due rinviano al presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’intero dossier, in vista di un ulteriore incontro che i sindacalisti vorrebbero vedere convocato a stretto giro.

Tratto da https://www.nomoscsp.com/settimana-in-parlamento/la-giornata-parlamentare-del-23-ottobre-2020.html

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