Pensioni italiane “da fame”..

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INPS: 33,6% PENSIONATI CON MENO DI 1.000 EURO AL MESE, 1,6 MILIONI NON SUPERA 500 EURO
CODACONS: PENSIONI ITALIANE “DA FAME”, SIMBOLO DI DISPARITA’ SOCIALE ED ECONOMICA. E SONO ANCHE LE PIU’ TASSATE D’EUROPA
I dati sulle pensioni diffusi oggi dall’INPS rappresentano il simbolo delle disparità economiche e sociali esistenti in Italia. Lo afferma il Codacons, commentando i numeri dell’istituto relativi ai trattamenti pensionistici del 2019.
“La stragrande maggioranza dei pensionati italiani non riesce a condurre una vita dignitosa e può considerarsi a tutti gli effetti “povera”, mentre aumenta il divario tra i redditi della categoria – afferma il Presidente Carlo Rienzi – 1,6 milioni di pensionati, il 10,3% del totale, ha ricevuto nel 2019 un importo mensile inferiore a 500 euro, cifra al di sotto della soglia di povertà relativa fissata dall’Istat e pari nel 2018 a 657 euro per un nucleo di un solo componente”.
“Le pensioni italiane “da fame” non solo sono le più basse d’Europa, ma anche le più tassate – prosegue Rienzi – Basti pensare che un pensionato italiano che ha percepito una mensilità di 1.500 euro, ha corrisposto allo Stato 4.000 euro di tasse sulla propria pensione; in Spagna, a parità di pensione, si pagano 1.800 euro all’anno di tasse; nel Regno Unito 1.500 euro, in Francia 1.000 euro e in Germania appena 39 euro” – conclude Rienzi.
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ISTAT: CALA FIDUCIA CONSUMATORI OTTOBRE, SU PER IMPRESE
CODACONS: DA GENNAIO FIDUCIA CONSUMATORI CROLLA DEL -8,7%. PESSIMO SEGNALE, A RISCHIO I CONSUMI DI NATALE
Il nuovo calo dell’indice della fiducia dei consumatori è un pessimo segnale per l’economia italiana, che mette a serio rischio i consumi di Natale.
“La situazione attuale del paese e l’emergenza Covid incidono in modo negativo sulle aspettative delle famiglie portando ad una riduzione del clima di fiducia – spiega il presidente Carlo Rienzi – Basti pensare che a gennaio 2020, quindi prima dell’emergenza coronavirus, l’indice della fiducia dei consumatori era pari a 111,8, contro i 102,0 di ottobre, con un crollo del -8,7%”.
“Ma il pericolo reale è che il clima di sfiducia delle famiglie e l’aggravarsi dell’emergenza epidemiologica si traducano in una contrazione delle spese legate alle festività natalizie, con una ulteriore riduzione dei consumi in un settore, quello del Natale, che solo a dicembre produce un giro d’affari per consumi pari a 110 miliardi di euro su un totale annuo di 900 miliardi di euro di consumi” – conclude Rienzi.
Edito da Ufficio Comunicazione nazionale Codacons