Rassegna stampa 8 luglio 2021

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8 Luglio

Benzina, arriva la stangata, “è speculazione su vacanze italiani”

La benzina raggiunge 1,634 euro al litro (+16,7% rispetto al 2020) ad un passo dal record di 1,637 del 12 novembre 2018. Anche il gasolio a 1,495 sfiora il top del 10 giugno 2019.

Complessivamente , secondo Fabio Truzzi, presidente di Assoutenti sugli automobilisti italiani di abbatterà un macigno da 7,2 miliardi.

“Per l’ennesima volta siamo in presenza di una speculazione sui viaggi, con i prezzi alla pompa che subiscono forti rialzi in occasione delle vacanze”, afferma Truzzi.
Caro benzina, ecco perché si è alzato il prezzo dei carburanti

Il balzo si registra proprio nel giorno in cui il disaccordo tra i ventitré Paesi Opec plus sull’aumento della produzione ha spinto il barile verso i 78 dollari, ai massimi dal 2018.

In Italia il costo dei carburanti segue sempre in maniera rapidissima l’aumento del prezzo mondiale del petrolio, mentre non retrocede altrettanto velocemente quando le quotazioni scendono.

L’Unione europea delle cooperative (Uecoop) scompone la spesa calcolando un incremento 88 euro a ogni fermata al distributore per il pieno.

Per questo l’associazione ha dettato un manuale di auto-difesa che va dalla caccia al prezzo migliore nella propria area di residenza o lavoro all’utilizzo del self service. Dalla ricerca delle cosiddette “pompe bianche” non controllate dai grandi marchi alle partenze con il pieno fatto prima di entrare in autostrada, dalla verifica della distanza da percorrere con la scelta del percorso piu’ breve alla manutenzione regolare del mezzo.
Caro benzina, la denuncia dell’Unione Nazionale Consumatori

Denuncia, a sua volta, Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Dall’inizio dell’anno, un pieno da 50 litri e’ aumentato di 9 euro e 64 cent per la benzina e di 8 euro e 78 cent per il gasolio, con un rincaro, rispettivamente, del 13,4% e del 13,3%.

Su base annua è pari a una stangata ad autovettura pari a 231 euro all’anno per la verde e 211 euro per il gasolio.

“Negli ultimi dodici mesi, a partire da luglio 2020, quando il costo era pari a 1.401 euro al litro e il gasolio a 1.288 euro al litro, un pieno da 50 litri costa 11 euro e 68 cent in più per la benzina e 10 euro e 34 cent in più per il gasolio, con un rialzo, rispettivamente, del 16,7% e del 16,1%. Un rincaro che, su base annua, produrrebbe una sventola pari a 280 euro all’anno per la benzina.

Si tratta di una corsa senza sosta che, denuncia il Codacons, determina una stangata pari a 280 euro annui a famiglia, solo per i maggiori costi di rifornimento. “Aumenti che si registrano in occasione degli spostamenti degli italiani per il periodo estivo”, accusa il presidente Carlo Rienzi.
Caro benzina, le previsioni per le prossime settimane

Per le prossime settimane bisognerà attendersi altri aumenti visto che i Paesi produttori cui di recente si è aggiunta la Russia non si sono messi d’accordo sul taglio della produzione giornaliera di 500 mila barili.

Gli Emirati Arabi Uniti si sono opposti fermamente ad ogni possibile mediazione. Sia alla proposta di rimandare di otto mesi una revisione dei limiti di estrazione sia la richiesta del ministro dell’Energia saudita, Abdulaziz bin Salman, di dare prova di “compromesso e razionalità”.

Gli Emirati in particolare la linea di base a partire dalla quale vengono calcolati i tagli alla produzione e chiedono che questa venga rivista.

Lo scorso anno l’Opec+ ha concordato una riduzione record di quasi 10 milioni di barili al giorno , come misura per contrastare la doppia crisi derivante dal crollo dei prezzi e dalle conseguenze della pandemia di Covid-19. I tagli sono stati in seguito ridotti in questi a circa 5,8 milioni di barili di petrolio al giorno.

La posizione emiratina sarebbe legata ai forti investimenti di Abu Dhabi per aumentare la propria capacità produttiva, e secondo le fonti la sua richiesta potrebbe essere presa in considerazione per un nuovo accordo.

Nel richiedere di ricalcolare la base di partenza per i tagli gli Emirati non sono del resto soli: altri Paesi tra cui Azerbaigian, Kazakhstan, Kuwait e Nigeria hanno infatti richiesto di farlo dopo la conclusione dell’accordo dello scorso anno. Per essere approvate, le decisioni dell’Opec devono essere unanimi.

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8 Luglio 2021

Tele del Tiepolo, arriva lo stop a Benetton Il ministero acquisisce i sette affreschi

Il ministero della Cultura blocca la vendita dei sette affreschi di Giandomenico Tiepolo ad Alessandro Benetton. Dopo nemmeno 48 ore dalla pubblicazione della notizia dell’aggiudicazione (seppur ancora temporanea) degli affreschi all’imprenditore trevigiano – per 1,85 milioni di euro – il ministero guidato da Dario Franceschini ha annunciato che eserciterà il diritto di prelazione sulle opere dichiarate, nel 1989, di interesse artistico e storico eccezionale. Una decisione giunta probabilmente anche in seguito alla pressione degli esperti del settore, delle istituzioni interessate e di una parte della politica, insorti per chiedere al ministro che intervenisse a tutela del patrimonio culturale e dell’interesse pubblico. Il ministero era a conoscenza da tempo dell’offerta con cui il secondogenito di Luciano Benetton si voleva assicurare le sette opere appartenenti a Camillo e Giovanni Franco, ma lo stop è stato deciso solo ieri nel tardo pomeriggio. L’annuncio è stato dato dal segretario generale del ministero della Cultura, Salvatore Nastasi: «Dopo un’attenta valutazione da parte della Soprintendenza di Rovigo, Verona e Vicenza, l’assenso della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio e il parere positivo espresso oggi dal Comitato tecnico scientifico per il patrimonio storico e artistico, il ministero della cultura eserciterà il diritto di prelazione sulle 7 opere di Tiepolo, che arricchiranno il patrimonio culturale pubblico». La serie di sette affreschi di Giandomenico Tiepolo, applicati su tela e provenienti da Palazzo Valmarana Franco di Vicenza, probabilmente rimarrà al Palladio Museum, ma di questo se ne discuterà nei prossimi giorni. La bellezza di Ercole e Cerbero incatenato, la potenza di Giove; la figura femminile con la clava è ancora Ercole e l’Idra, Ercole sul rogo, il Satiro con vaso di fiori e il Satiro con vaso e satiressa con tamburello non erano sfuggiti all’occhio di Alessandro Benetton. Appresa la notizia, l’esperto e appassionato di arte non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione. Continuerà a sostenere il gruppo di giovani guidati da Davide Vanin che a settembre apriranno a Treviso il Cantiere Art Gallery. Tornando alle sette meraviglie. Dopo averle prestate gratuitamente al Palladio Museum che dal 2017 le ospita nelle sale di Palazzo Barbaran da Porto, i nipoti di Fausto Franco, colui che l’8 maggio del 1945 salvò le opere dalla bomba che colpì Vicenza durante la Seconda Guerra Mondiale, avevano dato la loro disponibilità a venderle, rendendole di fatto non più accessibili al pubblico. La notizia, pubblicata nei giorni scorsi da Tomaso Montanari su Il Fatto Quotidiano, aveva scatenato una polemica infuocata. Il giornalista e rettore dell’Università per stranieri di Siena, nonché presidente del comitato scientifico per le Belle arti del ministero, aveva sollevato infatti la questione sulla fruibilità pubblica di alcune opere ritenute patrimonio collettivo anche se appartenenti a un privato.I primi a reagire erano stati il sindaco di Vicenza Francesco Rucco che non aveva perso tempo scrivendo subito a Franceschini, seguito da Codacons, Movimento Cinque Stelle e dalla senatrice Bianca Laura Granato di L’Alternativa c’èè, tutti infuriati nel sapere che all’improvviso le opere dell’artista veneziano potessero scomparire improvvisamente dallo sguardo della cittadinanza. Fino all’ultimo il ministero ha celato la sua decisione per poi annunciare quello che (quasi) tutti speravano: le sette tele del Tiepolo diventano proprietà dello Stato.

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Ufficio Comunicazione Codacons nazionale

Codacons in Puglia:

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