News da Bari su BpB

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Da Bari News sul caso Popolare di Bari:

I commissari oggi hanno incontrato le associazioni dei consumatori

I Commissari della banca hanno con grande trasparenza e serietà hanno descritto il percorso che attende la banca nei prossimi mesi.

I numeri dei risparmiatori coinvolti sono importanti, perché il capitale sociale, fino al 2015, prima delle perdite successive, era di circa un miliardo di euro e le obbligazioni subordinate ancora in mano ai risparmiatori sono di circa euro 290 milioni di euro.

Le Associazioni hanno formulato le seguenti richieste:

1) Il nuovo piano industriale previsto per il 15 aprile contenga anche misure per l’indennizzo a favore degli azionisti.

Abbiamo chiaro che il pagamento in contanti aumenterebbe le esigenze patrimoniali della banca, mentre il pagamento tramite strumenti computabili nei fondi propri (azioni e/o obbligazioni subordinate della nuova banca ormai resa solida da MCC e Fondo Interbancario) non creerebbe problemi ai fini del mantenimento del patrimonio di vigilanza, per questo potrebbero esserci due vie autonome e concorrenti fra di loro:

  1. a)Una parte a mezzo di indennizzo con pagamento in denaro: si chiede di evitare dazione indistinta, sarebbe assurdo dare risarcimento anche a grandi azionisti che però sono anche grandi debitori della banca. Sarebbe invece giusto definire un perimetro che sia legato a fatti oggettivi con i seguenti possibili parametri: limitare indennizzo solo alla clientela retail, escludere investitori qualificati o chi fa trading online, detrarre i dividendi e le cedole già incassate.

Si può pensare di legare l’accordo al ricreare un legame con la banca, ad es. mantenimento del conto corrente.

  1. b)Un’altra parte a mezzo di azioni o obbligazioni subordinate, utilizzando lo strumento della trasformazione in SPA e del successivo aumento di capitale.

In primo luogo, poichè è pienamente legittima la clausola antidiluizione, ossia la clausola che – al fine di proteggere taluni soci dalla diluizione che conseguirebbe all’aumento di capitale a cui non partecipano – prevede l’assegnazione gratuita, ai soci titolari del diritto di non diluizione di una parte delle quote di partecipazione rivenienti da futuri aumenti, vi chiediamo di approvare questa clausola, un minuto prima di approvare la trasformazione.

In sintesi, chiediamo che in sede di trasformazione in S.p.A., si prenda atto delle decisioni favorevoli dei giudici già ottenute da tanti azionisti da noi difesi, delle sanzioni comminate da Consob e Banca d’Italia, delle prime risultanze del procedimento penale e per tale ragione, ai piccoli azionisti vengano date in concambio azioni della S.p.A. che abbiano un valore non già pari a quello che matematicamente gli spetterebbe (che sarebbe purtroppo bassissimo), bensì ben superiore, cosi da contenere un secondo pezzo di indennizzo, in aggiunta al primo.

2)      La condotta della banca dinanzi alle decisioni ACF o del Tribunale deve cambiare, nel senso che la banca deve rispettare le decisioni subite (valutare di proporre transazioni con somme di importo pari almeno agli accantonamenti, che in bilancio devono esser fatti comunque in caso di contenzioso).

3)      La banca, come primo gesto immediato di correttezza e cambio di passo, deve adempiere alle transazioni già stipulate con chi aveva ottenuto decisioni favorevoli e, per evitare impugnazioni e lungaggini ulteriori, aveva comunque accettato una decurtazione, transigendo la controversia in atto.

4)      Non mollare sulla valorizzazione delle DTA, ossia la norma secondo cui banca potrà trasformare le attività per imposte anticipate, in crediti di imposta, che valgono circa 500 milioni di euro. Spiegare all’Europa che non è norma anticoncorrenziale. Da qui potrebbero arrivare infatti risorse ulteriori rispetto alle ricapitalizzazione di MCC e FITD.

I Commissari in primo luogo hanno chiarito che loro hanno come fine quello di ricostruire una banca vera del territorio, capace di riconquistare la fiducia dei clienti.

Inoltre, rispetto alle richieste, hanno manifestato apertura e disponibilità sul primo punto. Hanno condiviso l’esigenza di non operare un risarcimento uguale per tutti ma di distinguere fra gli azionisti per salvaguardare i soggetti retail rispetto ad operatori commerciali e qualificati o chi comunque ha già preso dalla banca, come le cronache ci stanno raccontando.

Hanno anche ribadito con chiarezza che però il primo passo fondamentale è quello di attendere la verifica dei conti della banca, per avere una situazione patrimoniale effettiva e reale, dove gli attivi ed i passivi siano certi. Solo dopo si potranno verificare con i soggetti coinvolti nel risanamento quali somme sia possibile mettere a disposizione per il ristoro degli azionisti.

Con riferimento al terzo punto, hanno specificato che cercheranno di dare immediata esecuzione a tutte le transazioni già stipulate al tavolo di conciliazione (ci sono già le risorse per quelle stipulate sino al 12 dicembre e stanno cercando di reperire anche le risorse per quelle stipulate fra il 12 ed il 31 dicembre.

Condividono l’esigenza di continuare a battere la via della fattibilità della norma sulle DTA ed a tal fine stanno lavorando con gli organi pubblici per attivare la procedura di controllo da parte della Commissione europea, nella speranza di convincere che non vi sarebbe un aiuto di Stato in violazione dei princìpi di concorrenza.

 

F.to

Le Associazioni: Adiconsum, Adusbef, Assoconsum, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Unione Nazionale Consumatori