Risparmiatori parte civile

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POPOLARE DI BARI: ADOC PUGLIA, “70MILA RISPARMIATORI COME PARTE CIVILE

L’Associazione a difesa dei consumatori auspica un segnale forte delle parti lese nel secondo troncone del procedimento.

“Per le note vicende che vedono implicata la Banca Popolare di Bari, e che si trascinano incredibilmente da mesi e mesi, c’è la necessità di ricevere un forte segnale, un forte impulso con la costituzione di parte civile nel secondo troncone del procedimento in itinere da parte dei 70.000 risparmiatori che hanno visto crollare il prezzo delle rispettive azioni”.

L’appello è dell’avv. Giuseppe Ciaccia il quale segue questa battaglia legale contro l’Istituto di credito fin dal principio in qualità di dirigente dell’Associazione dei consumatori regionale, l’Adoc Puglia.

La nota dell’Associazione prosegue ricordando la tesi accusatoria della Procura di Bari la quale ha evidenziato come, fin dall’aumento del capitale, avvenuto nel 2014 (al prezzo di € 9,53), i vertici della Società hanno lavorato per piazzare le azioni in forza di false comunicazioni sociali agli Organi di Vigilanza (Consob e Banca d’Italia) tanto da far paragonare il loro valore a carta straccia.

Quindi, l’operazione interessa 70.000 soci suddivisi tra piccoli, medi e grandi risparmiatori (dal socio con portafoglio da 600,00€ al socio al di sopra dei 200.000,00€) per una raccolta che ha superato svariate centinaia di milioni di euro. Una raccolta avvenuta per esigenza dei vertici della Banca che ha obbligato i propri subalterni all’invogliare all’acquisto tutti i detentori di un conto corrente al fine di convogliare il risparmio verso le azioni BpB.

“Operazioni – precisa l’avvocato Ciaccia – che avvenivano senza guardare in faccia l’acquirente che, evidentemente, mal consigliato, e per niente istruito, non ha compreso quale rischio si corre se si posseggono azioni. Azioni, tra l’altro, che non potevano essere rivendute per il costante blocco praticato dall’Istituto”.

Seguendo l’intera vicenda, l’Adoc Puglia risale a storie di ordinaria follia e che meglio di ogni accusa chiariscono i metodi di adescamento portati avanti dalla BpB.

Infatti, non è possibile che a chi ha investito il proprio TFR dopo una vita di sacrificato lavoro gli si impedisce di disinvestire le azioni per procedere all’acquisto di un’abitazione per i propri figli. Una sorte simile l’ha subita chi ha capitalizzato danaro vendendo tutto i suoi averi-beni per poter vivere con una calcolata rendita ma che, in realtà, sprofondato sotto zero, ha dovuto chiedere il reddito di cittadinanza. Oppure, un atto ancora più significativo, balordo, risulta il caso di quel funzionario che ha invogliato un disabile ad investire 30.000,00€ svaniti nel nulla dopo qualche mese.

“Hanno avuto un coraggio infame i vertici aziendali nell’agire senza scrupoli e per curare anche l’interesse personale”, sostiene Ciaccia; il quale aggiunge che “l’Adoc fa bene a gridare vendetta e a pretendere le procedure di trasparenza bancaria da parte delle Autorità di controllo a tutela dei risparmiatori-consumatori”.

Terminata la prima udienza a Bitonto, adesso in campo risultano costituiti 4mila utenti, mentre il Collegio sta valutando l’ammissione delle parti civili come l’Adoc la quale, a gran voce, chiede “l’adesione di altre migliaia di cittadini per il 5 maggio 2021 al fine di dare un preciso segnale a chi intende mettere le mani sul risparmio dei baresi e dell’intera comunità”.

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