TIK TOK denunciata da Codacons

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Le denunce del Codacons

INCHIESTA MASCHERINE: CODACONS SI COSTITUISCE PARTE OFFESA A TUTELA COLLETTIVITÀ

INTOLLERABILE LUCRARE SU EMERGENZA. SE CONFERMATI ILLECITI CHIEDEREMO MAXI-RISARCIMENTO E AVVIEREMO COSTITUZIONE DI MASSA DEI CITTADINI
Il Codacons si costituisce parte offesa nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma relativa alle maxi commesse di mascherine comprate dalla Cina durante la prima fase della pandemia Covid, che vede indagate quattro società coinvolte (Sunsky srl, Partecipazioni Spa, Microproducts It Srl e Guernica Srl) con accuse a vario titolo di concorso in traffico di influenze illecite, riciclaggio, autoriciclaggio e ricettazione.
Si tratta di una vicenda molto grave che interessa in modo diretto la collettività – spiega l’associazione – Se confermate le accuse, in un momento di grande emergenza per il paese sarebbero state messe in atto manovre per speculare sulle necessità dei cittadini, un illecito arricchimento che rappresenta un odioso sciacallaggio sul Covid. Per tale motivo il Codacons ci costituisce parte offesa nell’inchiesta a tutela dei cittadini e, se si arriverà a processo, chiederà un mega risarcimento per i responsabili, avviando anche una costituzione di massa di tutti gli utenti.
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TIK TOK: CODACONS DENUNCIA SOCIETA’ PER TRUFFA AGGRAVATA E INADEMPIMENTO DOLOSO DELL’ORDINE DELL’AUTORITÀ

ASSOCIAZIONE SMASCHERA IL SOCIAL: MINORI DI 13 ANNI SI REGISTRANO CON SEMPLICISSIMI SOTTERFUGI
ESPOSTO A GARANTE DELLA PRIVACY E ANTITRUST: MAXI-SANZIONE PER TIK TOK E SEQUESTRO DEL SOCIAL
Contro Tik Tok il Codacons ha presentato oggi un esposto al Garante per la Privacy e all’Antitrust chiedendo l’adozione di misure urgenti tese a tutelare i minori e una maxi-sanzione nei confronti della società, valutando il sequestro e l’oscuramento del social network e il coinvolgimento della magistratura laddove dovessero profilarsi ipotesi penalmente rilevanti.
Al centro della questione il mancato rispetto da parte di Tik Tok delle disposizioni dell’Autorità in tema di minori che accedono al social, e la possibilità per i minori di 13 anni di registrarsi alla piattaforma ricorrendo a semplici sotterfugi.
“La scrivente Associazione ritiene che gli impegni presi da TikTok non siano in alcun modo sufficienti a tutelare i minori dalle insidie e dai pericoli che possono trovare sui social network – scrive il Codacons nell’esposto – I minori che frequentano i social possono essere esposti a contenuti inappropriati o sconvolgenti, come commenti o immagini cattivi, aggressivi, violenti o sessuali. Non secondari sono le ricadute in termini di pubblicità ingannevole o occulta presente sul social, specie nel caso di Tik Tok in cui si è già contestata l’esistenza anche di clausole vessatorie nei Termini di Servizio che si presentano poco chiari, ambigui e comportano uno squilibrio tra il professionista che fornisce il servizio e gli utenti […]
I rimedi adottati dalla società in attuazione del Provvedimento del Garante non sono affatto finalizzati ad una controllabilità certa e sicura del minore che si iscrive o accede sulla piattaforma, in quanto appaiono – proprio come le precedenti procedure – solamente formali e non effettive, né tantomeno efficaci. Ad oggi l’unico rimedio visibile e fruibile per gli utenti ed adottato da Tik Tok per assolvere all’obbligo di utilizzare un sistema di accertamento dell’età anagrafica dell’utente è quello della richiesta iniziale di inserimento dell’età anagrafica: chiunque, persino un bimbo di sei anni potrebbe mettere una data diversa dalla sua per accedervi […]
L’operato di Tik Tok di fatto sembra configurarsi come una sorta di truffa penalmente rilevante ex art. 640 cp che di fatto si viene a configurare mediante una gravissima elusione di un ben preciso ordine dell’Autorità.
Non solo: è evidente l’intento di Tiktok di continuare ad operare nel mercato dei minori senza adoperarsi in maniera chiara per impedire l’accesso a chi per legge non può accedervi, ma soprattutto mira ad imputare ogni responsabilità all’utente specie minorenne, in palese elusione dell’Ordine dell’Autorità ed in contrasto con la legge che tutela i minori proprio avverso condotte come queste”.
Per tale motivo il Codacons ha chiesto al Garante della Privacy e all’Antitrust di disporre il sequestro e l’oscuramento del social network, elevando una maxi-sanzione nei confronti della società per il mancato rispetto delle disposizioni dell’Autorità, e valutando se inoltrare gli atti alla Procura della Repubblica per le valutazioni penali del caso.
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ANTITRUST: MULTA 7 MILIONI A FACEBOOK PER USO DATI UTENTI

CODACONS: BENE ANTITRUST, UTENTI HANNO DIRITTO A MASSIMA TRASPARENZA SU USO DATI. SUBITO INCONTRO CON FACEBOOK PER SANARE CRITICITA’
Bene per il Codacons la sanzione da 7 milioni di euro inflitta dall’Antitrust a Facebook su una vicenda, quella dell’uso dei dati personali degli utenti, che era stata più volte sollevata dall’associazione dei consumatori, da tempo impegnata per ottenere massima trasparenza da parte dei social network.
“La questione dell’uso commerciale dei dati degli utenti riguarda tutti i social network, e al momento dell’iscrizione a tali piattaforme i cittadini non vengono adeguatamente informati, come confermato dalla sanzione Antitrust – spiega il presidente Carlo Rienzi – Per garantire scelte consapevoli agli utenti è importante che le società del settore si impegnino per fornire massima trasparenza circa le finalità della raccolta dei dati e la loro destinazione, e in tal senso il Codacons chiede oggi un incontro urgente a Facebook finalizzato a sanare le criticità sollevate dall’Autorità, e migliorare le informazioni rese ai propri iscritti”.
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